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Mercoledì, 02 Aprile 2014 10:14

L’Italia è pronta per il mercato halal globale

Un mercato da 3mila miliardi l’anno, in crescita del 15% ogni anno. E' quello dei consumatori musulmani, che sono due miliardi nel mondo. Dal 27 al 29 marzo scorsi, a Roma, si è riunito il primo World Halal Food Council. Un’occasione durante la quale il presidente di Halal International Authority (HIA), Sharif Lorenzini, ha annunciato la firma di un protocollo d'intesa con l’Agenzia governativa per lo sviluppo dell’industria e del commercio Halal globale della Malesia, per la nascita di un Halal Hub che parte proprio dall'Italia.

Gli sceicchi dell’Arabia Saudita intendono fare sul serio e sono disposti a dare il loro contribuito per dare nuova linfa all’economia europea. 

"La finanza e i capitali islamici sono pronti a portare fuori dalla crisi l’Europa" e in "particolare l’Italia", purché i Paesi seguano, nella "produzione, nella logistica e nella commercializzazione", gli standard Halal (in arabo "conforme" ai precetti della Sharia, ovvero la legge che stabilisce cosa è lecito o proibito per un musulmano). 

E’ il messaggio forte e determinato emerso nell’ultima giornata del World Halal Food Council (WHFC), riunitosi a Roma, la settimana scorsa. Un evento storico poiché per la prima volta l’imponente organizzazione islamica ha deciso di incontrarsi in uno stato non musulmano aprendo i lavori ad esperti e alle istituzioni. 

La manifestazione è stata organizzata dalla sezione italiana di Halal International Authority (con sede a Bari e a Milano) l’unico organismo italiano riconosciuto per la certificazione di qualità dei prodotti secondo gli standard islamici membro del WHFC. Grazie all’Authority è stato possibile radunare i rappresentanti dei 57 Stati islamici dell’Organization for Islamic Cooperation (Oic). 

E a garantire un impegno sicuro dal punto di vista economico nei confronti dell’Europa sono stati alcuni sceicchi che hanno preso parte all’evento.

"Siamo disponibili – ha dichiarato lo sceicco saudita Fahah Alared, membro del Comitato per la islamizzazione delle banche – ad investire in Italia, che vogliamo diventi il primo hub del mercato Halal nel Mediterraneo". Un’occasione imperdibile per un mercato da "3mila miliardi l’anno, in crescita del 15% ogni anno, che raggiunge due miliardi di musulmani".

Il passo più importante è stato già mosso nel corso del convegno romano. Ora naturalmente ci si aspetta una fattiva collaborazione da parte delle istituzioni, italiane prima di tutto. 

Il presidente di Halal International Authority, Sharif Lorenzini, ha annunciato infatti la firma di un protocollo d'intesa con l’Agenzia governativa per lo sviluppo dell’industria e del commercio Halal globale della Malesia, per la nascita del primo Halal Hub in Europa che parte proprio dall'Italia.

Tutto questo pone dei punti fermi e precisi su cui la "finanza islamica potrà "investire attraverso la compartecipazione di capitali e l’acquisto di azioni societarie", intervenendo direttamente "anche nelle imprese che stanno fallendo". Si tratta dell’unica maniera per permettere agli uomini d’affari islamici di sostenere concretamente l’economia europea poiché la Shariah  non prevede l’applicazione di tassi di interesse ritenendola peccato capitale".

I settori sui quali gli imprenditori italiani potrebbero puntare sono molteplici: dal cibo all’abbigliamento, dal turismo ai medicinali, dalla cosmesi alla cura del corpo. 270 aziende italiane hanno già deciso di crederci certificandosi Halal. Altre, nel giro di un anno, hanno già visto crescere la propria produzione al punto da non poter più far fronte agli ordini che provengono dal Sud-Est asiatico, Malesia, Indonesia, Arabia Saudita. 

Dunque, l’invito è rivolto a tutti: il mondo islamico attende solo proposte concrete!

 

https://www.youtube.com/watch?v=3j3K9BL6P1s&feature=youtu.be