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Sabato, 08 Dicembre 2012 22:29

Cibo, cosmesi e formaggi Halal fa rima con affari

MALPENSA ? Non è folklore, ma business. Una convention di tre giorni dedicata al cibo halal (conforme alla religione musulmana) sta interessando la nostra regione. La prima tappa si è tenuta ieri alla camera di commercio di Bergamo, mentre oggi la convention sarà tutto il giorno all'hotel Sheraton di Malpensa e domani al Westin Hotel di Milano (piazza della Repubblica 10), dove i consumatori nel pomeriggio potranno assaggiare i prodotti certificati.

Durante i lavori vengono spiegate alle aziende lombarde le opportunità del mercato halal nel mondo, sia interno che estero, non solo per gli alimentari ma per tutti i settori merceologici. Qualche esempio? Si può fare business halal con queste categorie di prodotti: agroalimentare, cosmesi, cura del corpo e igiene personale, chimico e farmaceutico, sanità e assistenza, ristorazione e catering, alberghiero, finanziario ed assicurativo. 

Quest'ultimo è un settore a Londra noto da tempo, con l'introduzione dei cosiddetti «sharia bond». Tuttavia, non è una realtà così sconosciuta alle aziende la necessità di dare una connotazione più etnica ai prodotti. Pur senza ottenere la certificazione religiosa, ad esempio la cooperativa che produce il «Latte Varese» da tempo realizza uno yogurt acido leben, particolarmente utilizzato dai cittadini di religione musulmana nel periodo del ramadan. Aprirsi al mondo islamico può dare un risultato con larghi profitti. Secondo le ultime statistiche elaborate dal centro studio della Halal Consumers, vi sono in Italia oltre 2 milioni di consumatori potenziali e 38 milioni in Europa. È di 4 miliardi e mezzo il volume di affari potenziale in Italia e di oltre 9 miliardi in Europa. Negli ultimi due anni sono 130 le aziende nostrane che si sono certificate e adesso esportano, nei Paesi del mondo di maggioranza islamica, olio o sugo italiano. Per decidere se un prodotto è conforme alla religione esiste dal 1999 un World Halal Food Council, composto da enti di controllo, organismi religiosi e associazioni dei consumatori di tutto il mondo. «È la prima volta che si svolge in Italia un incontro di questo genere ? spiega Sharif Lorenzini, presidente della Halal International Authority ?, ed è solo dal 2010 che esiste la filiale italiana. Il nostro obiettivo è quello di aprire un dialogo con le aziende italiane che vogliono entrare in un mercato enorme, ma che deve seguire delle regole di formazione e certificazione dei prodotti molto precise. Una volta entrati nel circuito, però, esistono davvero margini di crescita importanti». Nella sua relazione introduttiva di ieri, Sharif Lorenzini ha spiegato che il mercato globale halal viene stimato in circa 2.100 miliardi di dollari, ed è in crescita di 500 miliardi di dollari l'anno. I consumi di cibo hanno una crescita media, nei Paesi del Golfo Persico, che è di circa il 10% annuo, ad eccezione dell'Arabia Saudita i cui consumi crescono addirittura al ritmo del 40% annuo. RIPRODUZIONE RISERVATA